L’ultimo incontro con Marcello Tusco
E’ scomparso il 21 marzo, a 71 anni, l’attore e doppiatore pesarese Marcello Pezzodipane (Marcello Tusco). Lo ricordiamo ai nostri lettori ripubblicando l’articolo apparso sullo ‘Specchio’ del settembre ’99.
Una volta la Chiesa vietava agli attori la sepoltura in terra consacrata: perchй sospettati di empietа e di immoralitа a causa dei frequenti travestimenti e dell’imitazione di tanti caratteri. Figuriamoci cosa sarebbe successo a Marcello Tusco (nome d’arte di Marcello Pezzodipane), che oltre ad essere un attore di teatro, di cinema e di televisione, и anche uno dei piщ noti doppiatori di casa nostra: cioи una specie di ventriloquo. Il doppiaggio и quell’arte che vi permette di commuovervi per le intense vibrazioni drammatiche di Lawrence Olivier, senza sapere che ascoltate in realtа Gino Cervi; o di ridere alle battute surreali di Woody Allen, che invece и Oreste Lionello. Marcello Tusco ha prestato la sua bella voce baritonale a grandi divi dello schermo, come Rock Hudson, Henry Fonda, Robert Mitchum; e a tanti altri italiani, fra cui i personaggi dei film di Fellini e Renato Salvatori nella “Banda Casaroli”. In “Eyes Wide Shut”, l’ultimo scandaloso film di Kubrick, interpreta le morbose passioni di Sidney Pollock. Naturalmente ha doppiato anche se stesso, dopo le riprese dei film e dei lavori TV da lui interpretati.
Negli ultimi anni и diventato famosissimo grazie allo spot televisivo dell’uomo che si asciuga i baffi bevendo un boccale di birra Moretti: cosм anche a Pesaro si и ricominciato a parlare di lui. Nato in cittа poco dopo il terrificante terremoto del luglio 1930 (che lo costringeva a dormire in spiaggia nella culla); amico e coetaneo di Glauco Mauri; figlio di uno dei piщ noti sarti della cittа; nuotatore della Vis Sauro; sposato in prime nozze con una pesarese che gli ha dato il figlio Gianluca (oggi trentaseienne e a sua volta doppiatore); fratello di Licia, poi diventata la signora Ratti e titolare di uno dei maggiori atelier del centro Italia. L’abbiamo incontrato poco prima della sfilata di moda di fine agosto, prestigioso appuntamento estivo di casa Ratti. Anzi и salito spiritosamente sulla passerella anche lui (vedi foto), insieme ad alcuni gentiluomini locali e a modelle del calibro di Martina Colombari e Wendy Widham. Oggi questo “bon vivant” vigoroso e innamorato del mondo, che si dichiara da sempre un comunista duro e puro, vive a pochi chilometri da Cittа di Castello con la sua compagna Cristina; dopo la parentesi di Ovindoli, stazione sciistica abruzzese dove aveva anche aperto un pub molto frequentato da attori e giornalisti, Il Baffo d’oro. “Dicono che nella vita mi hanno rovinato la pigrizia e le donne: forse и vero per la pigrizia, ma le donne rovinano solo quelli che non ce l’hanno”, annota filosoficamente, parafrasando Andreotti.
E’ arrivato a Roma, subito dopo il liceo, con una valigia piena di libri, 15.000 lire dell’epoca messe a disposizione dal padre e l’idea fissa di fare l’attore. Prima la frequenza come uditore al Centro Sperimentale di Cinematografia; poi, ribattezzato col nome Tusco dal regista Lionello De Felice, nel 1950 ottiene una parte nel film “Senza bandiera” (la storia della corazzata Benedetto Brin), accanto a famosi attori di teatro come Carlo Ninchi, Paolo Stoppa, Massimo Serato; segue l’ammissione trionfale all’Accademia d’Arte Drammatica e l’inizio della carriera come attore di riviste radiofoniche e doppiatore cinematografico. Nel suo sterminato curriculum professionale figurano sette stagioni al Piccolo Teatro di Milano (dove и stato anche assistente di Strehler), interpretando opere di Brecht, Pablo Neruda, Peter Weiss, Primo Levi; una serie di sceneggiati televisivi con Anton Giulio Majano (La Freccia Nera, La Cittadella, Davide Copperfield, Delitto e Castigo...); 70 telefilm del Caso Navarro; e piщ recentemente La Piovra, dove interpretava la parte del “Puparo”, il capo mafia che muore ammazzato al quinto episodio della fortunata serie televisiva. Quest’uomo che nella vita ha fatto di tutto (compreso il “posteggiatore” nei ristoranti romani ai tempi del Centro Sperimentale, cantando insieme a Modugno) ha ancora un sogno nel cassetto: fondare una Scuola di recitazione nella sua Pesaro per costruire gli attori di domani, dopo la progressiva scomparsa dei grandi interpreti. Sarebbe disposto a venire due o tre volte alla settimana da Cittа di Castello. “Vorrei trasmettere ai giovani attori tutta la carica che sento dentro, insegnare come si costruisce una voce. Mi basta una sala, anche piccola, una pedana e un po’ di sedie: giа al termine del primo anno scolastico и possibile mettere in scena un lavoro teatrale”.
Pesaro ha una grande tradizione nel campo dello spettacolo; l’Universitа di Urbino promuove periodicamente nuovi corsi nel campo della comunicazione; la Provincia ha un nuovo assessore alla cultura che conosce i giovani; l’industria non si tira mai indietro quando si tratta di sponsorizzare iniziative intelligenti. Ci sarа qualcuno disposto a capitalizzare l’esperienza e il talento di Marcello Tusco?
Alberto Angelucci